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La guerra delle due lune, la rivincita di coloro che la Storia ha umiliato e travolto

Angela Flori

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1860. Gaeta, roccaforte borbonica, è stretta d’assedio dalle truppe piemontesi. Si combatte per realizzare l’unità d’Italia, su una frontiera che dal mare corre sul Garigliano e si inerpica verso gli Appennini, attraversando borghi e terre di briganti.

Il nuovo romanzo di Maria Scerrato, La guerra delle due lune, (D’Amico Editore, euro 13.00)si popola di personaggi, storici e di invenzione, dotati di forza epica. Tra di loro c’è Marinette, che comprime la propria femminile fisicità dentro abiti maschili, gli unici che le consentano di imbracciare le armi. Sullo sfondo la Storia, quella con la Maiuscola, con i suoi scenari (la città di Gaeta e di Bauco, il monastero di Casamari, il Volturno e il Garigliano) e i suoi protagonisti (soldati napoletani, truppe garibaldine, Chiavone con i suoi selvaroli, De Christen, il giovane Francesco II, re delle Due Sicilie, e la sua bella consorte, Maria Sofia di Baviera).

La letteratura di Maria Scerrato risarcisce coloro che la Storia ha umiliato e travolto. L’empatia del lettore è ricondotta al fianco dei legittimisti, che con lealtà combatterono per difendere il re Borbone dall’invasione garibaldina; al fianco dei briganti, umili e ardimentosi; e soprattutto al fianco di Marinette, la cui guerra è assoluta. La contessina lotta contro i pregiudizi legati al suo sesso e al suo rango. Le appartengono, come a ogni Eroe, il senso dell’onore e l’abnegazione.

Temeraria e titanica, sorregge la struttura letteraria del romanzo, che si anima della sua volontà e della sua presenza. Senza fronzoli o sbavature, con stile elegante, Maria Scerrato racconta vicende di guerra e di passione, snuda l’abuso e la deformità di tanti pregiudizi, si ispira alla realtà e intensifica la vita, tesse i fili di una narrazione che è insieme storica e universale.

La storia di tutti quelli che hanno sognato, e sognano, la propria libertà.

 

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